La riduzione della dispersione del calore dall’interno all’esterno di un edificio diventa prioritaria quando si intende favorire consistenti risparmi energetici, soprattutto in presenza di strutture concepite e costruite qualche decennio fa, quando non si teneva sempre conto della formazione di ponti termici e dello standard qualitativo di vita nelle abitazioni con la conseguenza di forti dispersioni di calore e formazioni di muffe in special modo sulle pareti nord degli edifici. I sistemi tecnici oggi a disposizione consentono di risolvere nella globalità queste problematiche agendo su più fronti. È possibile, dopo aver installato doppi vetri per eliminare gli spifferi, passare al rivestimento a cappotto delle superfici più esposte. La funzione dell’isolamento a cappotto consiste nel limitare o eliminare la dispersione del calore dall’interno all’esterno, favorendo consistenti risparmi energetici.
I rivestimenti a cappotto sono utilizzati per la coibentazione di superfici esterne, grezze o intonacate, in costruzioni civili o industriali, caratterizzate dalla presenza di ponti termici, condense o, più in generale, da scarso potere isolante, tale da compromettere il confort abitativo nei locali interessati.
Il sistema a cappotto consiste nella posa, tramite incollaggio e fissaggio con appositi chiodi in plastica in ragione di 4/6 tasselli il m2, di lastre coibenti in polistirene espanso sinterizzato a norma uni 7819. Le lastre vengono poi rasate in due riprese inglobando una rete in fibra di vetro di peso non inferiore a 160 gr/m2, con la stessa malta utilizzata per l’incollaggio. Trascorsi almeno 6 giorni si può procedere alla finitura mediante applicazione di cicli di pittura elastomerici o di rivestimenti plastici a spessore.